Buongiorno , volevo solo mettere una postilla rispetto alla questione del detransitioning.
Su questo aspetto ci sono due considerazioni che, diciamo per sbadataggine, vengono omesse:
1) quando si citano gli studi (fatti bene) rispetto al detransitioning, ci si scorda sempre di citare i driver che spingono le persone a pentirsi della decisione. Spesso infatti sono questioni esterne , legate all’accettazione nella famiglia/ nella società e alla possibilità di autodeterminarsi banalmente ottenendo un lavoro dignitoso.
2) legato al punto precedente, in molti posti , (in Italia praticamente fino all’altro giorno, e solo grazie all’intervento del potere giudiziario), la riassegnazione chirurgica è un requisito indispensabile per poter ottenere i documenti con l’indicazione del genere corretto. E senza documenti l’autodeterminazione di una persona è quantomeno limitata, se non impossibile. Questa situazione da un certo numero di persone è vista come un ricatto di Stato e francamente non le si può biasimare.
Mi sembra importante specificare questa cosa perché tanti pregiudizi che si hanno sulle persone trans sono in realtà profezie che si auto avverano in una società in cui non godono di pari diritti.
(E i diritti che ottengono spesso sono frutto di lotte estenuanti, mediate poi dal cherry picking di persone Cis che spesso fanno le leggi muovendosi su basi ideologiche, anziché ascoltare le persone direttamente interessate)
In quanto ally ritengo che uno dei nostri compiti sia proprio richiamare che esiste una responsabilità sociale per questa situazione e non possiamo eliminarla dalla discussione.
Buona domenica / buona settimana
Andrea
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